Sono finalmente riuscita a vedere Les Misérables! Prima che la distribuzione italiana me lo levasse dalle sale definitivamente...
Al di là di tutte le previsioni più rosee mi sono trovata davanti ad un'opera che riesco a definire in un solo modo: capolavoro!
Difficilmente mi sbilancio così. Per definire capolavoro un film si deve sempre, in qualche modo, aspettare del tempo.
Ma in barba alle consuetudini ho deciso che lo urlerò ai quattro venti: CAPOLAVOROOOOOOOOO!
La storia è arcinota, tuttavia per chi non si fosse mai imbattutto in una qualche trasposizione del romanzo di Victor Hugo, eccone un breve riassunto. Il condannato ai lavori forzati per aver rubato un pezzo di pane, Jean Valjean, finita di scontare la sua pena, troverà come unica alternativa per cominciare una nuova vita all'insegna dell'amore cristiano per il prossimo, quella di diventare un altro uomo, con un'altra identità. Ma poichè il passato non perdona, l'ispettore di polizia Javert, suo secondino al tempo, per una serie di circostanze sfortunate, lo scopre e lo inizia a perseguitare nel tentativo di ricondurlo in prigione, e a suo modo di fare giustizia. Il dilemma etico è dietro l'angolo. Ci troviamo di fronte a due ircanazioni differenti di quello che è la bontà. Da una parte il rispetto della legge a tutti i costi e l'impossibilità di redenzione per il peccatore, dall'altra un'anima ferita che tramuta il dolore in amore eroico e incondizionato per i più deboli, nel tentativo di rendersi degno agli occhi di Dio.
Intorno a queste vicende se ne sviluppano altre, descritte con altrettanta vivacità e interesse. Tutto è orchestrato in maniera mirabile, proprio come nel romanzo.
Sarebbe poco definirlo musical, perchè è qualcosa di più. Viene da pensare ad un'opera.
Gli attori, che sul set pare cantassero dal vivo, cantano continuamente. Le parti non musicali si contano sulle dita di una mano.
Per il resto si viene trasportati in un mondo sonoro ed epico, in cui i grandi valori di onestà coraggio e amore sono consacrati in maniera meravigliosa. Quando finalmente la commozione è autentica e smuove la parte più nobile della nostra anima.
L'ambientazione è quella dei moti post rivoluzione francese. Si respira la paura di un popolo che sente di aver fallito, che vive nella povertà più nera, ma che grazie alla sua forza d'animo ritroverà il coraggio di tornare a lottare. E così gli episodi finali delle barricate erette contro tutto e tutti rappressentano la voglia dell'uomo di non arrendersi e di avere diritto tra le altre cose al sogno, anche di un'altra vita.
Memorabili le interpretazioni di tutto il cast. Nessuno escluso.
Dalla Hathaway che è stata meritatamente premiata dall'oscar per la sua commovente Fantine, alla Bonham Carter che, anche se un pò troppo uguale a se stessa negli ultimi film, è in questo caso specifico molto divertente in coppia con Sacha Baron Cohen.
Poi c'è il piccolo Gavroche, il capo dei rivoluzionari Enjolras, la cantante Samantha Barks che aveva già più vole interpretato Eponime a teatro, e chi più ne ha più ne metta.
Però, ad essere sinceri, il più bravo in assoluto è senza dubbio alcuno Hugh Jackman. Mi permetto di dire il più bravo, perchè la sua è un'interpretazione incredibile. Ancora, se ci penso su, non mi capacito di come un attore riesca con la sua mimica, le sue emozioni e il suo canto ad arrivare a toccarti l'anima così in profondità. Penso che ci si trovi davanti ad una di quelle volte in cui il nome del personaggio e dell'attore si legano indissolubilmene per tenersi la mano per il resto del tempo artistico concesso.


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