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lunedì 8 aprile 2013

Un giorno devi andare, essere, sperare.


Un giorno devi andare. Dove? Evitando ogni facile ironia nella risposta all’interrogativo idealmente rivolto a Giorgio Diritti, si potrebbe ipotizzare: “Devi andare a scrivere una sceneggiatura”. Lo schema del viaggio intrapreso per (in)seguire il senso della vita (ammesso e non concesso che ne esista uno) è talmente semplice, primordiale e potente che funziona come quando ti presenti a casa di un... amico con una buona bottiglia di vino rosso: banale, certo, ma non sbagli mai e rendi tutti felici. Solo che nel film di Diritti l’idea del percorso di formazione e trasformazione, durante il quale ti perdi per poi ritrovarti, resta incompiuta, conducendo il pur fiducioso spettatore dagli scenari del documentario naturalistico, ai toni dell’inchiesta a sfondo sociale, per arrivare infine all’ormai collaudata formula de “L’isola dei famosi”, con Jasmine Trinca eliminata al televoto e spedita sull’ultima spiaggia.
Straordinaria Jasmine Trinca: regge egregiamente l’ingombrante confronto con un’Amazzonia che rischierebbe di far sparire chiunque dallo schermo e non cade nel cliché della ragazzina borghese smaniosa di integrarsi in quell'immutabile realtà degli altri, che per lei rimarrà a un certo punto solo la patinata cartolina di un viaggio. Anche se, a forza di vederla giocare coi pupi brasiliani, arrampicarsi sugli alberi e diventare un tutt’uno con una natura che più natura non si può, ricorda a tratti più Candy Candy che una novella Odissea.
Le dimensioni parallele Italia-Brasile, che a tratti paiono davvero troppo distanti sotto il profilo narrativo, rendono in tutta la sua evidenza il contrasto tra due modi di vivere la vita e Dio: il sole e la neve, il rumore e il silenzio, le strade pulite e le strade che non ci sono, i canti in Chiesa e i bambinelli fluorescenti.
La rappresentazione dei mille volti di Dio è forse l’autentico filo conduttore del racconto. Dio è dappertutto: nei veli delle suore, nei sorrisi dei bambini, nelle croci, nella pioggia che purifica, nell’evangelizzazione a tutti i costi, nella benedizione laica offerta ad un cadavere cristiano. Dio è quel segnale che prima o poi arriva per tutti. Il segnale che devi andare, essere, sperare.
Giudizio sintetico: lo affido ai commenti dei due vecchietti un po’ sordi seduti al cinema dietro di me. Mentre Jasmine Trinca rema su una barchetta:
Lui: “Ma dove sta andando?”
Lei: “Ma che ne so…Nun ce sto a capi’ gnente!”



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