Sam è un piccolo scout di dodici anni, ingiustamente denigrato
dai suoi coetanei in quanto orfano, e quindi “strano”, e in quanto intelligente
e quindi “raro”.
Suzy è una incantevole bambina taciturna circondata da un
branco di fratelli caciaroni e da due genitori che non se la filano
minimamente.
Si incontrano casualmente, ed è amore a prima vista. Si
riconoscono subito come appartenenti alla stessa specie e decidono di scappare
insieme.
Wes Anderson ci porta come sempre in un mondo incantato, un
mondo che è a metà tra il rimpianto infantile e una realtà sognante.
Anche se ci troviamo davanti ad un film che non ha i picchi
creativi de I Tenenbaum o di Fantastic Mr. Fox, vengono i brividi ascoltando la
magistrale colonna sonora, come sempre curatissima, e gli occhi si riempiono di
immagini così belle e curate nei dettagli che sarebbe da rivedere il film con
il lettore, per fermare continuamente la pellicola e apprezzare così pienamente
la quantità di dettagli e l’architettura delle singole inquadrature. Per esempio
all’inizio del film le panoramiche sulla casa di Suzy sono spettacolari, ci
appare come una casa delle bambole gigante in cui ognuno occupa il suo spazio
in totale autonomia.
La storia si delinea piano piano con infinita delicatezza e
questo è uno di quei rari film in cui le star quando appaiono, non sono più
star ma attori veri e propri, capaci di intenerirci fino al midollo. Bruce
Willis ci regala una grande interpretazione, forse una delle più toccanti della
sua carriera.
E’ proprio il caso di dire, buona visione!


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