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lunedì 28 gennaio 2013

Django Unchained



Ho visto Django...ed è stato subito amore.
Capolavoro, come non se ne vedevano da anni. Sono rimasta letteralmente a bocca aperta, trascinata in un vortice di immagini, dialoghi e musica mozzafiato. Omaggio al cinema di chi il cinema lo ama, lo ha sempre amato e per nostra fortuna sempre lo amerà. 
Tarantino finalmente si cimenta con il genere western, da lui amato profondamente. Lo attendavamo al varco. Probabilmente aspettava il momento giusto, e il momento giusto è arrivato. 
Così ha messo su un film perfetto.

Tratto da Django dell'italiano Corbucci il film risulta più che un remake, un'opera d'arte totale. In cui le citazioni degli spaghetti western, non sono una semplice strizzata d'occhio, ma un vero e proprio omaggio. Non a caso nella ricca colonna sonora (di cui consiglio caldamente l'ascolto) troviamo Ennio Morricone.
Ci sono momenti in cui il novello Clint Eastwood, sembra essere preso da una danza di pistole e sangue in cui ti senti afferrare con esaltazione. E' un film che andrebbe visto con il cinerama! Le citazioni non sono solo queste. Se ne possono trovare molte, e può essere gustoso cercarle tutte!
citazioni
L'altra grande citazione che vorrei sottolineare è quella di Nascita di una nazione, del genio del cinema muto americano Griffith.
Anch'essa non è messa a caso. Anzi viene stravolta coerentemente ad una evoluzione del cinema e del suo messaggio che contraddistingue i grandi registi contemporanei. Si tratta dell'assalto da parte del Ku Klux Klan ai due protagonisti cacciatori di taglie. Per senso di giustizia tardiva in questo film l'attacco finisce male. Come se si trattasse di una piccola rivincita di Tarantino, o comunque l'esigenza di mettere le cose a posto. 
Il tema del razzismo è fondamentale in questo film. 
Django è un ex schiavo che viene riscattato, non in modo ortodosso, dal cacciatore di taglie King Schultz, con il fine losco di farsi aiutare nella caccia al Wanted di turno. Django però ha in mente un solo obiettivo: ritrovare l'amata moglie finita in mano ad altri schiavisti. 
Django non farà e non dirà mai niente di particolarmente lacrimoso per sottolineare la sua storia di ex schiavo. E' più l'ex dentista, uomo che ci appare quasi letterato e di intelletto, che si pone i problemi etici. Django invece si limita a portare con sé la sua fierezza del suo vissuto e il desiderio di ritrovare la moglie. Il forte tono antirazziale a mio parere si esplicita verso la fine, nello sguardo dello schiavo liberato da Django, che con aria malinconica ma felice lo guarda allontanarsi. In quello sguardo c'è tutta la speranza di un affrancamento politico e culturale che proprio nei nostri giorni l'America inizia a vedere. Non a caso Franco Nero (il Django della prima versione) è bianco. Non è scritto da nessuna parte che il protagonista dovesse essere nero. E' una scelta di Tarantino, un modo in più per dare al film diversi piani di lettura.
Buona visione e buone danze!



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